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Ricerca Artistica a cura di Gino Di Grazia



Dina Vierny

Modella di Maillol, ma anche di Bonnard e Matisse, coraggiosa protagonista della Resistenza francese, Dina Vierny influisce sull’arte del tempo anche con l’attività della sua galleria parigina e, infine, con la creazione di un museo dedicato al suo mentore”. Dina Vierny è stata un’indiscussa protagonista del nostro tempo. Mecenate dell’arte, fondatrice del Musèe Maillol-Fondation Dina, eroina della Resistenza francese, la Vierny, immortalata dagli scatti di Pierre Jamet, è stata la Musa ispiratrice di Aristide Maillol, Pierre Bonnard e Henry E. B. Matisse. Nata a Kichinev nel 1919 da una famiglia di intellettuali, Dina alterna lo studio all’attivismo politico di sinistra antifascista, diventando il simbolo della gioventù socialista. A Banyuls-surmer, villaggio sui Pirenei che aveva dato i natali a Maillol, la Vierny collabora alla resistenza anti nazista aiutando i fuggiaschi ad oltrepassare il confine. Anticonformista e amante della natura, sosteneva che la sua “Era una gioventù che cercava la purezza, che andava incontro alla natura…” “…Indossavo gli short nel 1936, quando nessuno li indossava. Sono andata così nel metrò e mi hanno urlato contro!”. Sarà Maillol ad insegnarle a vedere la bellezza di un’opera e ad amare l’arte, a sentire quell’energia che respira sotto la superficie scultorea. Dal 1934 al 1944 (anno della sua morte) sarà la sua modella, “Maillol non abbiate paura di chiedermi di abbandonare i vestiti. Sono iscritta agli Amici della natura, fa parte della mia generazione. Nudità è purezza”. A lei Maillol dedicherà le sue sculture monumentali, un omaggio alla sua grazia e alla sua sensualità, dai busti alla nudità completa, la rotondità delle sue forme accarezzate dal pennello dell’artista che ritrae con eleganza l’espressività e la morbidezza del suo profilo. Sarà arrestata e liberata grazie all’intercessione di Maillol che preferirà farla allontanare per un po’ e sarà in questa occasione che avverrà l’incontro con Pierre Bonnard e con Matisse. Entrambi affascinati dalla sensualità della Verny, ne ritrarranno la bellezza come il Nudo scuro (1941-46) di Bonnard. Ma non trascorrerà molto tempo che Maillol la richiamerà a sé, ma sarà imprigionata nuovamente a Fresnes e ancora una volta, liberata da Maillol. Deciderà così, anche su consiglio di Matisse, di aprire una galleria nel 1947 a Saint- Germain-des-Près dove esporranno i grandi artisti delle avanguardie con particolare interesse al surrealismo e all’astrattismo. Aprirà inoltre, una libreria notturna e diversi caffè. Sarà una grande collezionista e contribuirà a diffondere la fama di Maillol curando le esposizioni delle sue opere in tutto il mondo; nel 1964, donerà ben venti sculture dell’artista per i giardini delle Tuileries di Parigi. Alla morte del figlio dello scultore, nel 1972, resterà unica erede e darà vita ad un museo a Palazzo Boucheron che dirigerà fino al 2009, anno della sua morte, che ospiterà le opere di Maillol, le opere della collezione dell’artista e quelle della sua collezione personale. Pierre Bonnard ne ritrarrà la conturbante sensualità, Pierre Jamet la freschezza mentre Maillol coglierà gli aspetti più malinconici ed intellettuali accanto alla naturale sensualità che lo sedurrà al punto da farlo innamorare. Il plasticismo suadente delle sue sculture saprà cogliere invece, gli aspetti più meditativi di una personalità dolce e coraggiosa “che ha vissuto tutta la vita nell’arte e per l’arte, animata dal più nobile dei sentimenti: quello dell’altruismo e della condivisione”. Nella foto Maillol e Dina Vierny (gennaio 1944) in uno scatto di Louis Carre

Filmato su Dina Vierny

Fondation Dina Vierny


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